La Fiat Panda 4×4, per gli appassionati e non solo, è e rimane, una autentica icona dell’automobilismo e della produzione italiana che compie 40 anni, sì, uscendo di scena dai listini in punta di ruote, una ragione in più per riscoprire la sua bella storia.
La prima Fiat Panda 4×4 debutta nel giugno del 1983 e concepita come una piccola fuoristrada con irrobustimento del telaio nelle parti più sollecitate, è spinta inizialmente dallo stesso motore a quattro cilindri in linea da 965 cc dell’Autobianchi A112 – è agile e grazie al robusto sistema di trazione integrale inseribile manualmente e prodotto dall’austriaca Steyer-Puch, dotata di una prima marcia corta detta “primino”, si arrampica in ogni dove superando con disinvoltura anche le pendenze più difficili.
Nel 1991 il primo cambiamento importante, oltre a vari dettagli estetici, per il motore debutta il più leggero, ed efficiente motore FIRE, che prodotto a partire dal 1985, già montato sulla Autobianchi Y10, con una cilindrata di 1108 cc, abbandona l’alimentazione a carburatore in favore di un più moderno impianto di iniezione elettronica, equipaggiato con un sistema di scarico dotato di catalizzatore.
Si dota di allestimenti specifici che si fanno sempre più dedicati e ricercati, con i nomi “Trekking e Country Club”.
La storia che segue
Nel 2004, una seconda serie che ripropone il format di piccola fuoristrada della celebre antenata, poggia sempre su un pianale irrobustito e per offrire una maggior motricità sui fondi più difficili si affida in questa prima evoluzione, ad un sistema di trazione integrale di tipo permanente, completamente meccanico e dotato di giunto viscoso sostituto successivamente da una frizione elettroidraulica.
Una soluzione meccanica che permette in condizioni normali di poter procedere con la trazione quasi esclusivamente sulle ruote anteriori, riducendo attriti e consumi, ma che non appena registra tramite appositi sensori la perdita di aderenza, senza la necessità di alcun intervento da parte del conducente, vede la coppia motrice trasferita gradualmente anche all’assale posteriore ripristinando aderenza e trazione sui fondi più difficili e viscidi.
I motori disponibili, due, il: 1.2 a benzina da circa 60 CV e, dalla fine del 2005, il 1.3 Multijet a gasolio da 69 CV.
Dal 2012, l’attuale generazione della Panda 4×4 prosegue la sua terza ed ultima al momento evoluzione.
Più alta da terra, e con ingombri di carrozzeria aumentati per una maggiore abitabilità, beneficia di dotazioni meccaniche e affinamenti del progetto sempre in evoluzione, in grado di esaltarne le doti di grande arrampicatrice e l’agilità in off-road che hanno fatto la fortuna dei precedenti modelli aumentando il comfort di marcia sia nelle brevi che nelle lunghe distanze.
Dove andiamo
Dimenticavo, ma dove stiamo andando e con quale versione? Proprio lei, l’ultima, la terza appena citata, e motorizzata in questa prova con il motore Multijet 1.3 portato nella sua ultima evoluzione con turbo a geometria variabile a 95 CV.
Per assaporare le doti di questa funambolica e dalle radici storiche utilitaria, decido di unire alla percorrenza autostradale, le strade di campagne e lo sterrato che le circondano, la meta scelta? La Val di Vara.
Imbocco una mattina sul presto, il casello di Genova Nervi, l’autostrada A12 fino all’uscita di Brugnato, da lì, percorrendo la strada SP5, un susseguirsi di Paesini e panorami immersi nel verde, da Rocchetta di Vara a Pieve di Zignago fino al bivio di Foce D’Agneta dove girando a destra per la SP3 un continuo misto di curve e aumento dell’altitudine fino a 1000 mt sul livello di mare, mi fa giungere al Passo del Rastrello assaporando curve e viste a perdere.
Come va
La Panda 4×4 mi ha fin da subito ben impressionato, il motore diesel che la equipaggia, parco nei consumi e discretamente insonorizzato, anche se privo della sesta marcia che sulle lunghe percorrenze potrebbe far avvertire la sua mancanza, ti permette di viaggiare ad una velocità autostradale di circa 120 – 130 Km/h indicati, senza alcun segnale di sforzo, che appare invece, se si cerca di oltrepassare la velocità di circa 140 – 150 Km/h.
Gli ammortizzatori, dalla taratura morbida e dalla escursione maggiorata, se su strade perfettamente conservate con curve tortuose, offrono poco sostegno laterale alla dinamica di marcia, risultano invece ben tarate ed efficaci, non solo nel fuoristrada pure impegnativo ma soprattutto nei percorsi stradali con manto dissestato come quello che ci conduce fino al punto prescelto del Paso del Rastrello.
In queste condizioni infatti, il Panda risulta perfettamente stabile e bilanciato, curva dopo curva, assorbendo una dopo l’altra le sconnessioni stradali ma mantenendosi neutra e sempre ben bilanciata, agile nei cambi di direzioni soffrendo solo di un sempre più marcato sottosterzo all’aumentare dell’andatura, innescato da perdita di aderenza e spinta della modalità 4×4.
Mi guardo attorno
Arrivati al Passo, lo sguardo verso l’orizzonte, giunge quasi fino al mare, il verde che ti circonda e il profumo dell’aria ti isola temporalmente dal contesto della città, ti senti piccolo, sempre più piccolo immerso nella meraviglia della natura.
Si è fatto sera, il sole sta per calare e ci aspetta più di un’ora di viaggio per il nostro rientro a casa su Genova, rientriamo.
Lungo la strada del ritorno, continuo a pensare e capire sempre più come questo mezzo, la Fiat Panda 4×4 sia da sempre così amata dall’automobilista italiano e non solo. Nel tempo ha saputo evolversi, si è ingentilita, ma grazie al progresso meccanico, elettronico e tecnologico, ha saputo non perdere le sue doti di arrampicatrice, acquisendo invece sempre più, comodità ed efficienza di marcia ma mantenendo dimensioni utili al contesto cittadino e sufficienti per i viaggi fuoriporta, non ultimo un prezzo comunque accessibile.
In ultimo
Brava Panda 4×4 con la tua semplicità e concretezza, anche nelle prove in fuoristrada, hai saputo metterti dietro contendenti agguerrite e molto più blasonate – nonché costose.
Grazie per questi 40 anni di fiducia e speranza che speriamo possano continuare in una nuova e futura versione. Ciao Panda!


